[18] eodemque illa etiam differemus, quod Chrysippum dicere aiebas, quoniam esset aliquid in rerum natura, quod ab homine effici non posset, esse aliquid homine melius, quaeque in domo pulchra cum pulchritudine mundi comparabas, et cum totius mundi convenientiam consensumque adferebas; Zenonisque brevis et acutulas confusiones in eam partem sermonis, quam modo dixi, differemus; eodemque tempore illa omnia, quae a te physice dicta sunt de vi ignea deque eo calore, ex quo omnia generari dicebas, loco suo quaerentur; omniaque, quae a te nudius tertius dicta sunt, cum docere velles deos esse, quare et mundus universus et sol et luna et stellae sensum ac mentem haberent, in idem tempus reservabo.
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18. Rimanderemo a quel momento anche l'argomento da te attribuito a Crisippo secondo il quale l'esistenza in
natura di qualcosa che non pu? essere l'opera dell'uomo implicherebbe l'esistenza di un essere superiore all'uomo
nonch? il tuo paragone di una bella casa con la bellezza dell'universo e le osservazioni sull'armonia ed unicit? di intenti
dell'universo.
Nella parte di cui s'? detto mi riservo anche di riesaminare le brevi ed acute conclusioni di Zenone e nel
contempo verr? preso in considerazione al momento opportuno tutto quanto tu hai detto in campo fisico sulla sostanza
del fuoco e su quel calore che per te sarebbe alla base della generazione di tutte le creature. A quel punto della
trattazione rimando altres? l'esame del tuo discorso di ier l'altro quando ti sforzavi di dimostrare l'esistenza degli d?i
partendo dal presupposto che l'intero universo, il sole, la luna e le stelle abbiano sensibilit? e intelligenza.
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